giovedì 25 ottobre 2012

Vaccini sotto attacco

Le notizie degli ultimi giorni preoccupano alcuni, infastidiscono altri, come il sottoscritto.
Quando si parla di vaccinazioni si parla di una delle più efficaci misure preventive di cui la sanità pubblica sia dotata. Eppure una parte della popolazione è contraria alle vaccinazioni. Non entro nel merito delle polemiche e delle motivazioni degli "anti", nè in una strenua difesa delle vaccinazioni, anche se avrei parecchie argomentazioni in tal senso.
Mi limito a segnalare come i media stanno trattando l'argomento vaccini, in modo che rimanga traccia sul blog di quanto e come si sta comunicando in questi giorni. Di seguito alcuni link interessanti.

Bloccati oltre due milioni di vaccini (fonte: laRepubblica.it)
Vaccini, bloccate altre 487 mila dosi (fonte: laRepubblica.it)
Disastro vaccinale (fonte: laRepubblica.it)

Si fa mensione anche del problema emerso nella produzione di alcuni lotti di esavalente (vaccino anti-difterite, tetano, pertosse, poliomielite, haemophilus influenzae, epatite B) e in questo caso personaggi come Roberto Gava, medico guru del movimento antivaccinale, cavalcano l'onda rilanciando un'informazione parziale e faziosa, mentre l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) pubblica un comunicato stampa dal quale si evince che nessuno dei lotti incriminati è stato distribuito in Italia.

Peraltro il problema dei lotti di vaccino che non superano i controlli di sicurezza aziendali è un "non problema" per definizione. Su un certo numero di vaccini si evidenzia un problema critico e per la sicurezza del cittadino se ne blocca la distribuzione e il successivo utilizzo... dove sarebbe il problema?

Il problema in questi giorni è il solito: la comunicazione. L'adesione alla campagna antinfluenzale stagionale è da due anni a questa parte in flessione costante. La carenza di vaccino determinerà un'ulteriore flessione ma quel che è peggio contribuirà, con molta probabilità, a ridurre il livello di fiducia nelle vaccinazioni in generale.
E se invece di criticare le aziende produttrici il Ministro Balduzzi cogliesse l'occasione per spiegare agli italiani come funziona il complesso meccanismo dei controlli di sicurezza dei vaccini?

martedì 16 ottobre 2012

Risk = Hazard + Outrage

Questa è la formula che ha reso celebre Peter Sandman, uno dei più grandi esperti di comunicazione del rischio a livello mondiale. Il Dott. Sandman ci ha insegnato che quando si affronta un rischio, di qualsiasi natura esso sia, si è di fronte ad un evento che si caratterizza per due aspetti, da un lato "l'hazard", ovvero il pericolo che quel rischio rappresenta, in poche parole quanti danni è verosimile che faccia se si presenta realmente; dall'altro lato c'è "l'Outrage", che letteralmente potrebbe essere tradotto come "oltraggio", ma anche "indignazione" o addiritura "attentato" ed è il livello di sconvolgimento che un rischio produce nella mente delle persone.
È esperienza comune, per chi si è impegnato nella comunicazione del rischio, notare la bassissima correlazione tra il reale pericolo collegato al rischio (hazard) e l'outrage che tale rischio determina.
Recentemente abbiamo parlato di Precaution Advocacy, ovvero quella forma di comunicazione necessaria quando la popolazione si disinteressa di un rischio (basso outrage) ma quel rischio è pericoloso (alto hazard).
Al contrario può accadere che un rischio sia fortemente sentito dalla popolazione (alto outrage) ma che non rappresenti un reale pericolo per la salute (basso hazard) e in questo caso dobbiamo contare su quanto viene descritto come "Outrage management". Mentre in alcuni casi può capitare che hazard e outrage siano entrambi alti e in questo caso è necessario adottare le tecniche della Crisis Communication.
Ogni evento dunque va valutato caso per caso... e dopo la "diagnosi" è doveroso usare le più coerenti tecniche di comunicazione... ad ogni "malattia" la sua "cura". Troppo spesso purtroppo accade che ci si appiattisca su una determinata forma di comunicazione, in modo del tutto inappropriato. In passato abbiamo già parlato di questo tipo di errori.
Se volessimo continuare a utilizzare il paragone col mondo clinico... è come se un medico prescrivesse una terapia casuale, senza aver fatto diagnosi, senza capire quali sono i reali bisogni del paziente, non sarebbe solo inopportuno, sarebbe dannoso.
Il messaggio chiaro dunque è il seguente: siamo di fronte ad un evento o un rischio che necessità di strategie comunicative? Il primo passo da fare è comprendere che tipo di rischio esso sia e che tipo di comunicazione debba essere messa in atto, ponendo al centro della nostra attenzione i reali bisogni delle persone, costruendo attorno a questi i nostri obiettivi comunicativi. Non facile. Forse è questo il motivo per cui spesso e volentieri la comunicazione si improvvisa e forse è questo il motivo per cui spesso la comunicazione fallisce.

lunedì 15 ottobre 2012

Precaution advocacy

Quando emerge un rischio serio per la popolazione ma le persone sono disinteressate al problema, l'obiettivo della comunicazione del rischio è quello di suscitare maggiore interesse e generare un maggior coinvolgimento.
Questa è la cosiddetta Precaution Advocacy, ben spiegata da Peter Sandman nelle lunghe pagine del suo sito internet.

martedì 9 ottobre 2012

10° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione

Da Mediapolitika scopro che Censis e Ucsi pubblicano ogni anno un rapporto sulla comunicazione.
Interessanti le tematiche affrontate nella decima edizione, l'ultima, presentata pochi giorni fa.
Con il decimo rapporto prosegue il monitoraggio dei consumi dei media e l’analisi delle trasformazioni avvenute nelle abitudini mediatiche degli italiani. Il Rapporto focalizza l'attenzione su alcune rilevanti questioni di tra cui gli effetti della rivoluzione digitale, con il rafforzamento della tendenza alla personalizzazione dei media: diventano centrali la trascrizione virtuale e la condivisione telematica delle biografie personali. particolarmente interessante è anche lo studio dei cambiamenti in corso nel settore della pubblicità e gli effetti sul pubblico.  
Per accedere alla sintesi dei risultati del rapporto il sito del Censis chiede la registrazione o il login (se già registrati).
Chi non volesse perdere tempo nelle formalità di registrazione può rifarsi alla sintesi dei risultati presentati da Mediapolitika.

venerdì 28 settembre 2012

Nuovo coronavirus: Rapid Risk Assessment dell'ECDC

L'ECDC ha pubblicato ieri il primo documento di valutazione del rischio relativo ai casi di infezione da nuovo coronavirus emersi nel corso dell'estate (leggi il documento).
Il documento può essere così riassunto:
 - il nuovo coronavirus non è geneticamente simile al coronavirus responsabile dell'epidemia di SARS del 2003;
 - a oggi non c'è evidenza di trasmissione interumana del nuovo coronavirus;
 - fonte di infezione, serbatoio di infezione, via di trasmissione, periodo di incubazione, virulenza e patogenicità sono ancora elementi non noti; non si può escludere che si tratti di una zoonosi, ovvero una malattia trasmessa all'uomo da qualche animale;
 - il fatto che in tre mesi siano stati diagnosticati solo due casi deporrebbe per un virus con scarse capacità di trasmissione interumana.

In sostanza è possibile affermare che la valutazione del rischio prodotta dall'ECDC, e basata sulle informazioni inizialmente disponibili, descrive la situazione come a basso rischio per la salute pubblica.

Nessuna restrizione ai viaggi da e per l'Arabia Saudita. Per i viaggiatori che desiderino informarsi meglio si rimanda al sito dell'OMS.
 
Fonte: ECDC website

 

martedì 25 settembre 2012

Ripartiamo dall'ABC

Se qualcuno sentisse la necessità di approfondire l'argomento relativo all'utilizzo efficace della comunicazione in caso di emergenza il documento "Effective Media Communication during Public Health Emergencies (A WHO Handbook)" è un must! Tutti i principi della comunicazione del rischio sono ben riportati... buona lettura!

E' di nuovo SARS... Torna l'incubo SARS... La SARS è tornata...

Mi aspetto che da un giorno all'altro questo tipo di titoli di giornale comincino a comparire in rassegna stampa.
E in effetti è stato isolato un nuovo coronavirus (l'agente patogeno reponsabile della SARS) in due casi che non hanno nessuna correlazione tra loro se non i virus responsabili delle infezioni le cui sequenze nucleotidiche sarebbero sovrapponibili. Le indagini epidemiologiche effettuate dall'Health Protection Agency del Regno Unito avrebbero escluso la presenza di casi secondari. Tutto questo tradotto in un linguaggio comprensibile significa che:
1. è emerso un nuovo coronavirus, lo stesso tipo di virus che nel 2002-2003 fu la causa della ben nota epidemia di SARS. In questo caso il virus sarebbe nuovo rispetto a quello del 2003, questo può voler dire diverse cose: diversa virulenza? diverso tasso d'attacco? diversa diffusione?
2. il fatto che in contesti differenti (In Inghilterra un caso importato dal Quatar e in Olanda, in un cittadino dell'arabia Saudita) siano stati riscontrati due virus praticamente identici fa pensare che il virus si stia diffondendo. In realtà i casi colpiti dalla malattia erano tutti residenti o provenienti da Paesi mediorientali, ma la diagnosi di laboratorio, per entrambi, è stata eseguita dall'HPA e dall'Erasmus Medical Centre olandese.
4. ulteriori fonti segnalano che il cittadino proveniente dal Quatar era stato in Arabia Saudita pochi giorni prima l'insorgenza dei sintomi. Questo limiterebbe la sede geografica della diffusione virale alla sola Arabia Saudita.
3. il fatto che non ci siano casi secondari (casi di infezione nei contatti stretti dei pazienti o negli operatori sanitari che hanno gestito i pazienti, è un buonissimo motivo per ritenere che questo coronavirus non sia particolarmente contagioso.
4. sull'aggressività non possiamo esprimerci, ancora pochi dati a disposizione.

Gli aggiornamenti ufficiali che il Ministero della Salute trasmette agli assessorati regionali si trovano nella pagina web "Eventi epidemici all'estero". Questo è quanto è stato  trasmesso in giornata, con la descrizione della situazione, aggiornata alla data di ieri, 23 settembre 2012 (leggi l'aggiornamento).

Per ora una trasmissione interumana sostenuta non è stata dimostrata e l'OMS ha dichiarato che non c'è nessun motivo per definire restrizioni aeree verso i Paesi che sembrano più colpiti.

Si può rimanere costantemente aggiornati seguendo siti quali ProMedMail, GAR - Disease Outbreak News e Flutrackers.
A presto per gli sviluppi del caso.

domenica 16 settembre 2012

Comunicare per la Salute Pubblica

È questo il sottotitolo prescelto per la seconda vita di PandemItalia!
Sì, dopo molto tentennamento ho deciso. PandemItalia torna a vivere. Ma con obiettivi differenti.
PandemItalia è  nato nel 2007 per offrire informazioni sulla preparazione e il controllo di un’eventuale pandemia influenzale. Nel 2009, con la diffusione pandemica del nuovo virus influenzale A/H1N1, PandemItalia segue costantemente il susseguirsi degli eventi. Cresce la popolarità del blog ma al contempo cresce la delusione per un'evento emergenziale come sempre gestito in maniera pessima sul versante comunicativo. Così, persa la motivazione e svanito l'entusiasmo iniziale, dopo oltre tre anni di lavoro ininterroto, PandemItalia chiude i battenti: è l'agosto del 2010.
Ora però la sentita necessità di approfondire la scienza della comunicazione del rischio mi ha motivato e mi ha fatto riconsiderare l'idea di ripristinare il blog e utilizzarlo al fine di diffondere conoscenze sulla comunicazione per la salute con particolare riferimento alla comunicazione utilizzata nella gestione e il controllo delle emergenze per la salute pubblica.
Perchè un blog sulla comunicazione per la salute pubblica?
Le ragioni sono varie. Anzitutto perchè in questi due anni ho consolidato la mia posizione lavorativa e mi sono ritrovato a lavorare sia a livello locale (Servizio Igiene e Sanità Pubblica di Fabriano), sia a livello regionale (Agenzia Regionale Sanitaria) nell'area tecnica delle Vaccinazioni e delle Malattie Infettive. Quindi sono consapevole che potrò dedicare molto del mio tempo lavorativo ad approfondire tematiche pertinenti alle finalità del blog.
Inoltre, sempre in campo lavorativo, gli studi, la tanta formazione sulla comunicazione del rischio e il tentativo di metterne costantemente in pratica i princìpi sono valsi un importante riconoscimento a livello regionale: sono stato inserito nel GORES (Gruppo Operativo Regionale Emergenze Sanitarie) come esperto in Comunicazione del rischio (DPGR 60/2012). In caso di emergenza sanitaria sarò chiamato a dare il mio contributo come esperto nella specifica materia. Quindi è necessario che io continui ad approfondire costantemente l'argomento "Comunicazione del rischio". E cosa potrebbe essere più utile di una palestra come un blog? Del resto quando si decide di curare un blog ci si impegna a tenerlo aggiornato, a curarlo nei dettagli, ad approfondire gli argomenti trattati.
Per questi motivi PandemItalia subirà un cambio di rotta. Non più un blog dedicato alle pandemie influenzali ma un blog dedicato alla comunicazione per la salute pubblica. E la comunicazione per la salute, con tutte le sue declinazioni operative (Comunicazione del rischio, Crisis Communication, Advocacy, Outbreak Communication, Health Literacy, etc.), è una funzione trasversale a tante aree di lavoro nella Prevenzione collettiva: non solo Malattie Infettive e Vaccinazioni, ma anche Ambiente e salute, Screening oncologici, Epidemiologia, Promozione della Salute...
Quindi si ricomincia, con nuovi stimoli, nuovi obiettivi, rinnovato entusiasmo... Benvenuti (bentornati) su PandemItalia e buona lettura!

Si ricomincia...